mercoledì 21 settembre 2011

L'uomo della birra - Castellani

Umberto Pasqui, L'uomo della birra


Recensione di Fulvio Castellani
(pubblicata sulla rivista "Poeti nella Società" - Anno IX - Num. 48)

Della pianta del luppolo e delle sue proprietà terapeutiche esiste una ricca documentazione. Se ne parlava già in epoca antica, tra i cinesi, tra i pellerossa che se ne servivano come digestivo e sedativo. Poi eccoci al suo utilizzo per creare la birra ed eccoci alla scoperta e alla coltivazione del luppolo italiano da parte di Gaetano Pasqui. "Iniziò a raccogliere le piantine di luppolo selvatico che crescevano nei pressi della sua città - ha scritto nella parte iniziale del libro Umberto Pasqui - ne studiò le proprietà e provò a coltivarle: nel 1847 produsse la prima birra fatta con luppolo italiano". Prima di allora il birraio Pasqui doveva acquistare a caro prezzo il luppolo dalla Germania. Fu un successo, e sull'onda di tale produzione di luppolo la "bionda" di casa nostra iniziò la sua storia, una storia legata giustamente all'"uomo della birra", ossia a Gaetano Pasqui che operò a Forlì in tale direzione nella seconda metà dell'Ottocento. Il lavoro storico realizzato da Umberto Pasqui si basa, com'è stato giustamente evidenziato nella premessa "su documenti e ricordi di famiglia raccontati specialmente da Gisella e Adriana Pasqui, figlie di Giuseppe, proprietario della Casa del luppolo fino al 1938". Altri contributi alla ricerca, ovviamente, si sono avuti da manoscritti e soprattutto dalla consultazione del Fondo Pasqui conservato dalla Biblioteca Comunale di Forlì.

Umberto Pasqui è riuscito, in tal modo, a mettere a fuoco una vicenda davvero singolare e brillante, dando ampio spazio anche all'operato di Gaetano Pasqui come agronomo, imprenditore, inventore di attrezzi agricoli sulla base di intuizioni dettate dall'esperienza, protagonista della vita pubblica...
Un personaggio a tutto tondo, dunque, dinamico e sempre in primo piano. E bene ha fatto Umberto Pasqui, che ne è uno dei discendenti, a parlarne, a metterne in luce ogni e qualsiasi sfaccettatura, usando sempre una grafia efficace ed essenziale e quanto mai fedele alla storia.
Oggi "non sono rimaste tracce nè della fabbrica nè della casa e tantomeno delle luppolaie della Birra Gaetano Pasqui di Forlì", ma i luoghi dove si è sviluppata tale vicenda sono ancora a testimoniarne la valenza.

E perché, ipotizza e suggerisce in chiusura Umberto Pasqui non pensare alla creazione di una "via della birra"? Dati e riproduzioni iconografiche completano un libro che evidenzia ulteriormente la bravura di un autore già apprezzato per la sua attività di giornalista e di scrittore.