martedì 14 novembre 2017

BreviAutori - volume 4

Ci risiamo. Ancora una volta prendo parte al concorso BreviAutori indetto da BraviAutori di Massimo Baglione. Avevo già partecipato con profitto ai precedenti primo, secondo e terzo volume. Così arrivo al quarto con quattro racconti. Quali sono: Piròn (pagine 23-24) che fantastica su un personaggio della tradizione romagnola, Bruciatore (pagine 25-26) narrazione condita da sogni sullo sfondo di un quadro misterioso. Poi Che ore sono? (pagine 98-99): robe da lezioni particolari, e Grammatica profetica (pagine 100-101) su una curiosa storia delle coniugazioni. 

martedì 7 novembre 2017

Orrore al sole 2017

Altra antologia, e dal titolo s'intuisce che l'intenzione era per lo più estiva. Avevo già partecipato alla precedente edizione dell'iniziativa proposta da Letteraturahorror.it quindi ho accettato di buon grado. La copertina è intrigante, il mio racconto, tra le trecento pagine. Spiace notare alcuni errori di impaginazione (e il costo non è poi così basso) e, come sovente capita per questo genere di antologie, nessun riferimento (oltre - ovviamente - il nome) all'autore del testo. I racconti pervenuti alla redazione erano 120 e ne sono stati selezionati 94. La breve introduzione (con i soliti ringraziamenti) precisa che il bando chiedeva racconti orrorifici di 4000 battute al massimo. Nonostante la forma un po' così (manca anche l'indice), i contenuti sono pregevoli e la copertina, come detto, merita. Il mio racconto è tra le pagine 57 e 59 e s'intitola Temperatura. Si narra di una vicenda che ha come protagonista (seppur morto) di Giovanni Battista Morgagni e di un amore non corrisposto. Una vicenda misteriosa condita da personaggi dalle abitudini sinistre. Si tratta della parte centrale, assai tagliata e adattata di un racconto più vasto che avevo scritto per un'antologia steampunk mai andata in porto dopo almeno due anni di attesa (avevo aderito il 5 ottobre 2015 e l'iniziativa è naufragata nel silenzio). Avevo inviato il testo di Temperatura il 17 luglio 2017 ed è stato selezionato il 20 ottobre. 

martedì 31 ottobre 2017

Inquietamente


Ho partecipato a questo concorso, sempre lusingato dalle antologie (benché non abbia ancora capito che tipo di visibilità offrano e, francamente, se veramente servano professionalmente a qualcosa). Ebbene, il 22 gennaio scorso inviai il racconto Tre giare per partecipare a un concorso indetto dalle Edizioni Hyperion per un'associazione con sede a Monaco a scopo di beneficenza. Non ho ben capito il "giro" che ha coinvolto questo mio racconto poi inserito effettivamente nell'antologia intitolata "Inquietamente". Difficile trovare collegamenti al sito monegasco, paiono disattivati. In ogni modo l'antologia esiste ed è ben fatta: il 13 marzo mi è stato comunicato l'esito positivo e l'antologia è pubblicata da settembre. La copertina è ben fatta, l'introduzione è di Fabiana Rosa, i racconti sono stati editati da Victoria Ramelli per l'associazione (con sede in 2 boulevard du Ténao, Résidence Auteuil, Bloc B, 98000 Monaco) presieduta da Ivan Bruno. Tre Giare è un racconto già scritto e riadattato per l'occasione (l'originale è molto più lungo e dettagliato) narra una vicenda immaginaria ambientata nella Forlì dei cavalieri Templari. L'antologia, anche complice la copertina suggestiva di Livia Viganò è ben fatto e il ricavato delle vendite andrà a favore di un ospedale pediatrico (Istituto Giannina Gaslini). Una delle pecche che si riscontra in modo pressoché sistematico in queste antologie è l'assoluta mancanza di biografia (o riferimenti) degli autori delle diciotto storie inquietanti che la compongono. 

giovedì 17 agosto 2017

Racconti romagnoli 2017

Sono stato selezionato per l'antologia di Racconti Romagnoli 2017 a cura di Stefano Andrini e pubblicato da Historica. Tra le pagine 149 e 151 c'è il mio Hanno perso, scritto nell'ottobre 2015 per una raccolta che non ha mai avuto luogo e qui proposto in una forma più che dignitosa. Curiosamente, ad esso è stato apposto - in finale - un inciso tratto dal film "In Hell" (mai visto, da me) con la seguente frase: "Perché nessuno può andare tanto lontano finchè qualcuno lo ricorda". Sembra azzeccato: in effetti, il racconto tratta di una suggestione evocata da un fatto familiare non particolarmente felice (un lutto) ma vero. Là fuori, gli uomini vestiti di rosso, non riusciranno a compiere i loro oscuri progetti grazie all'intervento misterioso e silenzioso della secolare abitante di un'antica villa in collina. 
Per la stessa serie, sono stato pubblicato in: Racconti Bolognesi 2016Racconti Bolognesi 2015Racconti Romagnoli 2015Scrivendo Racconto.

giovedì 10 agosto 2017

Ho già visto

Ebbene sì, sono uscito allo scoperto con una silloge poetica. Era l'ultima delle cose che pensavo di fare, preferendo da sempre la narrativa ma, con fretta ponderata, il progetto si è concretizzato in tempi brevi (specialmente nel maggio scorso). Ne è quindi uscito un volumetto intitolato Ho già visto (la mia prima ipotesi era "L'incantamento") edito dall'Osservatorio Letterario Ferrara e l'Altrove di Melinda Tamas-Tarr.
Per spiegarne meglio i contenuti, incollo la mia introduzione:
Sono qui racchiuse quello che – sempre saltuariamente – ho scritto in tempi recenti, salvo “Istantanea 92” che è, appunto, dell'ormai lontano 1992. In effetti, è da quando frequentavo le scuole medie che mi cimento nel genere poetico poi accantonato. Insomma, giudichi chi legge le cose che sono scritte tra le pagine seguenti. Solo negli ultimi anni ho riscoperto questa forma, posto che di forma si tratti, anche grazie all'incitamento e all'imprevisto apprezzamento dimostrato da alcuni. Primo tra tutti Daniele Boldrini che, tra le pagine dell'Osservatorio Letterario Ferrara e l'Altrove dell'instancabile Melinda Tamas-Tarr, ha fatto sì che mi venisse in mente di prendere sul serio i miei versi. Così i meno peggio (a mio insindacabile giudizio) sono stati radunati qui.
L'intento è la riscoperta dell'incantamento, quell'aperitivo di verità, cioè, che tanto mi pare assente nel mondo contemporaneo. È ciò che lascia a bocca aperta, che consente al nocchiere di proseguire il viaggio perché sa che prima o poi griderà “Terra”, e ne ha conferma perché, appunto, è vero. Ed è attraverso quella terra che si salveranno lui e i suoi compagni di viaggio. Credo, o almeno lo intendo così, che l'incantamento sia il punto equidistante tra speranza e verità, quella speranza che è frutto della verità. Così, guardando anche alle piccole cose, ai segni – senza far troppa filosofia – si può fare esperienza che il vero è lì, davanti a noi. Chi vive, può dire “ho già visto”, anche se è un “già” che tuttavia aspetta un “non ancora”.
La silloge raccoglie le seguenti poesie (o quello che sono):
- L'incantamento
- Istantanea 92
- Cambio di stagione
- Momento
- Mia
- La chiave semplice
- Sintesi di tre santi
- Ritratto
- Luppolo
- Piccole cose
- Decisa recisa
- Se mi accendo
- Senso
- L'imbuto
- Impalcature
- Mani
- Gabbie
- Deserti
- Voleremo
- Il piacere del solito
- Il sapore dell'insolito
- Poesia svanita
- Elegia dell'indolente
- Frase fatta
- Anafore perpetue
- Ho già visto
- Adamo
- Ingredienti di questo secolo
- Colui (il quale)
- Il privilegio della scintilla
- Semaforo
- Il mistero della città
- Mala tempora?
- Il paradosso delle more.

venerdì 21 aprile 2017

Dieci


Dal 27 novembre 2011 sono iscritto al sito BraviAutori, l'ho trovato così, quasi per noia, su suggerimento di un ben più di me avvezzo ai concorsi letterari. Un grande merito devo riconoscere all'iniziativa che compie dieci anni: direi che mi sono sfogato, al di là di meriti o pregi di ciò che scrivo, perché miei racconti compaiono su 18 antologie pubblicati dal sito omonimo, di cui 3 curate da me. Diciotto con questa, dedicata, appunto, ai dieci anni della grande comunità guidata da Massimo Baglione. Per quanto mi riguarda è presente il mio Giulapenna, accettato il 10 marzo scorso con - lo ammetto - un mio certo stupore. Si tratta, infatti, di un racconto "intimistico" che racconta di episodi che mi sono successi quando avevo dieci anni e mi muovevo tra i primi programmi informatici, in particolare il Logo, grazie alla lungimiranza del Direttore (della scuola elementare Diego Fabbri) Werther Sartoni che ci portava nell'ex asilo Garzanti nei giorni di giugno a prendere confidenza con quegli ingombranti Commodore 16 o, nella migliore delle ipotesi, 64. Scritto il 31 gennaio 2017, il racconto è poi stato scelto tra gli altri (pochi, questa volta l'antologia è più sottile del solito) tra le pagine 78 e 80. Pochi ma buoni. 

lunedì 20 marzo 2017

Che cibo!

Partecipo, per MonteGrappa Edizioni, al concorso "Che cibo!". Ne esce, come di consueto, un quaderno antologia tra le cui pagine (88-89) ci sono anch'io. Il racconto si chiama Contagio e narra di un modo piuttosto singolare di nutrirsi. Forse è per questo che il centro di Forlì, per la maggior parte delle notti, è tanto silenzioso. Si tratta di un racconto scritto un anno prima: il 17 marzo 2016 per il concorso "Z di Zombie" e poi scartato. Quindi l'ho riproposto per Esecranda, nell'estate scorsa, anche in questo caso senza successo. Qui, invece, è stato gradito. L'ho rimaneggiato e inviato l'11 gennaio 2017. Il tema del concorso era il cibo, ovviamente, e sono stati scelti cinquanta racconti scartandone quindici. L'antologia è il XXII° dei "Cahiers du Troskij Café": sono stato pubblicato anche nel XXI, nel XX, nel XIX, nel XVII (non ho partecipato al XVIII e prima del XVII non sapevo dell'esistenza di questi "Cahiers"). 

martedì 28 febbraio 2017

Da grande farò il birraio

Grazie a Massimo Prandi, anima del Giornale della Birra, sono stato coinvolto in un progetto che non ha eguali, per lo meno in Italia. Si tratta di un quaderno intitolato "Da grande farò il birraio", volume che intende spiegare il mestiere ai più piccoli. Senza l'intento di "apologia di alcolismo", grazie anche alle illustrazioni di Leonardo d'Angeli (a colori e da colorare), si tenta di spiegare il lavoro che, dalle spighe di orzo, dai coni del luppolo e con tanta acqua fresca porta alla fabbricazione della birra. Se acquistato, sarà possibile ottenere anche dei semi di orzo distico. L'idea, assolutamente originale, proietta il giovane lettore coinvolgendolo in un birrificio "virtuale". Il testo, da me scritto, cerca di essere il più rigoroso possibile e alla portata dell'età dei lettori. L'illustratore è stato un mio ex alunno quando ho insegnato al Liceo Artistico nel 2010/11, il curatore l'ho conosciuto in occasione di una manifestazione organizzata dall'Associazione Italiana Luppolo a Venaria Reale nel giugno del 2015. Non a caso, il birraio che invita i lettori a visitare il suo stabilimento si chiama Gaetano...

domenica 26 febbraio 2017

BreviAutori volume 3


E tre... Con la pubblicazione del terzo volume dell'antologia BreviAutori, curata da Massimo Baglione per BraviAutori, per racconti entro le 2500 battute, ho piazzato alcune cose da me scritte. 
Si legge, per esempio: La scimmia di Forlì, la (breve e impalpabile) storia di una misteriosa creatura capace di rendere la città al silenzio. Scritto il 4 agosto 2016, il racconto è tra le pagine 19 e 20. Segue (alle pagine 21-22) Boccale del 6 giugno 2016 di cui si narrano le virtù prodigiose di un singolare boccale di birra. Poi Voltacapo (pagine 94-95) del 23 gennaio 2014: il resoconto di un viaggio in una località a dir poco spettacolare. Poi arrivano quelli un po' inquietanti: come Gelsemium (pagine 157-158), del 9 agosto 2016. Qui si narra di una strana immedesimazione di un medico, coinvolto in un grosso guaio con un paziente psicopatico. 
Mancata corrispondenza (pagine 159-160), scritto il 25 agosto 2016, è una lettera disperata e delirante foriera di un tragedia. Infine, Dondolino scarpe blu, del 4 agosto 2016. Una bimba nota un particolare, no, non si tratta di un gioco. 

mercoledì 1 febbraio 2017

Orrore al sole

D'inverno esce la raccolta "Orrore al sole", il risultato cartaceo di un concorso letterario di Letteraturahorror.it che, in oltre duecento pagine, racchiude circa cento racconti. 
Forse la fretta ha fatto sì che il volume abbia alcune imperfezioni, tutto sommato, anche complice la complessa e surreale copertina di Ivo Gazzarrini, è un piacere sfogliarlo. Ah, a proposito, mi duole constatare che sempre più partecipo a "contest" di antologie con "cover". Sarà una mia idiosincrasia o solo un po' di buon gusto ma questo mi fa inorridire, laddove esiste il termine "concorso" e "copertina". Anglofonie, non mi avrete: etiamsi omnes, ego non
Il 30 luglio 2016, pertanto, scrivo e invio un racconto intitolato Ma almeno di notte (non certo allegro, visto il tema) e con piacere noto che è stato scelto (racconti pervenuti: 165, in antologia: 108). L'argomento del breve racconto (pagine 7-8) pone una domanda piuttosto angosciante: negli istanti successivi alla morte è ancora possibile pensare? Cioè: ci si rende conto di essere morti?

lunedì 23 gennaio 2017

Gente che scrive per... l'abbraccio di don Orione

Un libretto stretto, di appena 76 pagine, racchiude un "abbraccio per don Orione". Cioè si tratta di un'antologia di racconti scritti per beneficenza. Certo, il tema prevalente era il Natale benché, per disguidi postali, il volumetto mi sia arrivato solo oggi. In ogni modo, tra queste poche pagine si nasconde un mio racconto, intitolato Duemilacinquanta (da pagina 50 alla 53). Vi si narra di un Natale in un futuro senza identità, dove si festeggia più l'inverno che l'Avvenimento vero e proprio, tanto che la parola "Presepe" è proibita. Solo la caparbietà di un bambino riuscirà a riportare l'umanità smarrita sulla giusta strada. Il ricavato aiuterà l'associazione "L'abbraccio di don Orione" in sostegno della casa Quezzi per l'accoglienza e protezione di neonati in attesa che si decida del loro futuro. 

mercoledì 18 gennaio 2017

Racconti bolognesi - 2016

Come accaduto l'anno scorso, sono stato selezionato per il volume "Racconti Bolognesi" con un racconto. Tengo a precisare che non sono bolognese, ma vi nacqui. Il volume (anzi, due; e io sono nel secondo per ragioni alfabetiche) è curato da Stefano Andrini. In esso, quindi, tra le pagine 141 e 142 si legge la mia firma con il breve racconto Ivano Invano: vi si narra di una bizzarra conversazione in tassì dalla stazione di Bologna verso chissà dove. A volte, è conveniente starsene zitti. Per ragioni di lavoro, non ho potuto essere alla presentazione. L'iniziativa è edita da Historica, con la direzione di Francesco Giubilei. 

martedì 17 gennaio 2017

La Divina Poltrona

Così, giusto con un briciolo di narcisismo, comunico che la mia faccia, disegnata da Lorenzo Zappalà, compare tra il gruppo della Società Chestertoniana Italiana in fondo a "La Divina Poltrona e altre comodità", una raccolta di 40 articoli per la prima volta tradotti in italiano, scritti da Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) su disparati argomenti. Il libro, edito da Leardini, è a cura di fra Roberto Brunelli. Tra l'altro, in copertina, è rappresentato l'autore che, in poltrona, si sgargarozza diverse pinte di birra. Comunque incollo qui sotto il "ritratto di gruppo". Chi ha buon occhio, mi troverà...


martedì 10 gennaio 2017

Vent'anni

Una corposa antologia, come del resto anche le altre pubblicate dall'Osservatorio Letterario "Ferrara e l'Altrove" (con cui mi pregio di collaborare da ben 15 anni) è stata pubblicata alla fine dell'anno scorso. In essa c'è anche molto di me (tra le pagine 406 e 420 nella parte in italiano e tra le pagine 575 e  577 nella parte in ungherese). Ci sono poesie (Decisa recisa, Gabbie, Elegia dell'indolente, Il piacere del solito, Il sapore dell'insolito, Impalcature, L'imbuto, L'incantamento, Mani, Se mi accendo, Senso, Sintesi di tre santi), alcuni racconti tratti dalle "Bestie impossibili" (L'aquila d'acqua, La banana leopardo, La brucina, Il casaccio, Il cervo autofago, La cicala sgargiante, La pontiglia, Il crisoleone). Ci sono anche altri miei racconti, come Ci vuole cautela a Sicorace (la storia di un esperimento fantascientifico dagli intenti inumani che poi si scioglierà in tutta la sua umanità), Dalla torre del Leviatano (un incubo: "risvegliarsi" in un cimitero). Poi ci sono anche due missive scambiate con il motore di questa iniziativa, Melinda Tamas-Tarr, che da tanti anni ha la pazienza e la buona volontà di pubblicarmi.

Qua e là compare anche in altre pagine il mio nome, indirettamente citato da inaspettati estimatori delle mie poesie (poesie non so se è una parola grossa) come Daniele Boldrini. Oppure si legge anche un grazioso resoconto degli incontri forlivesi con Melinda, marito e me.
Fa sempre un certo effetto, tra l'altro, vedere alcuni dei propri testi tradotti in ungherese. L'antologia ha più di seicento pagine ma ha la curiosa caratteristica di non essere un "mattone", nonostante le dimensioni, appunto, importanti. Proprio perché dentro ci sono contributi di generi e di stili diversi, anche di autori giovani (una volta lo ero anch'io). Questo è uno dei tanti meriti dell'Osservatorio, e specialmente di Melinda Tamas-Tarr: dare spazio e ascolto a chi ha qualcosa da dire, qualcosa da raccontare, qualcosa per raccontarsi. Non capita spesso di trovare esperienze e persone così, quindi auspico che la collaborazione prosegua e porti altri buoni e nuovi frutti.

venerdì 6 gennaio 2017

Il Foro di Livio - I

Ho raccolto gli articoli da me scritti comparsi nella rubrica "Il Foro di Livio" su ForlìToday, il risultato è questo: un volumetto tascabile di 144 pagine con qualche integrazione o modifica qua e là. 
Così ho seguito la proposta di chi evidentemente non si annoia a leggere ciò che scrivo.
Come è già reso esplicito dal titolo, gli argomenti vertono sulla storia di Forlì. 
Per ora, sono riportati i primi interventi (dal 3 giugno 2016 al 2 dicembre 2016). Se l'idea piace, proseguirò con altri volumi.
In copertina c'è la riproduzione di un vecchio quadro di mio nonno, sicuramente non tra i migliori, ma del cui significato ho scritto nell'introduzione.  

Questo il sommario degli argomenti trattati: 

Come stanno i canguri di Forlì?
Ci fu un tempo in cui, nei Giardini pubblici, furono collocati marsupiali dall'Australia e misero su famiglia.

Un tavolo anatomico, una tavola da cucina e una casa misteriosa
In un sito internet di attualità interamente in latino, viene dedicato spazio a due romagnoli: Morgagni e Artusi. Cosa dicono di loro?

Una facciata irriconoscibile per un luogo ben conosciuto
La facciata di un importante luogo di culto cittadino è stata stravolta a metà dell'Ottocento. Ora sarebbe irriconoscibile.

Una diciottenne morta per amore
L'infelice storia di una forlivese ebbe eco nei palazzi romani dove si svolse e fu cantata da poeti e narratori.

Se la luna è in Capricorno
"E quindi uscimmo a riveder le stelle": così Dante esce dall'Inferno. Un forlivese ci rimane: come sommo trattatista di astrologia.

E la gallina del vicino diventa un'oca
In pieno fervore di riscoperta della romagnolità, Aldo Spallicci curava un'antologia in dialetto per le scuole "con esercizi di traduzione in italiano".

Riaprono (solo per oggi) le antiche osterie
Nella Forlì ottocentesca c'erano oltre trenta osterie, andiamole a cercare con la "realtà aumentata". Vino, piadina e molto di più.

La Belle Èpoque dei fotografi forlivesi
Siamo passati in pochi anni dai rullini alle immagini digitali. I fotografi, dal 1846, si diffusero a Forlì.

Un tuffo da campione dalla Forlì anni Venti
Si vedrà come un forlivese fu campione italiano dal trampolino negli anni Venti, passando tra il disegno di un aereo e l'acqua del biondo Tevere.

Quando era di moda bere il liquore con la coca
A Forlì, nel 1871 fu premiato un Elixir Coca: fu poi abbandonato quando ci si renderà conto che l'estratto di foglie sudamericane è tossico.

Ci vediamo al porto di Forlì
Forlì aveva un porto? Nel Settecento era prevista la costruzione di una darsena. Il progetto, però, non andò "in porto". Eppure secoli prima...

I venti castelli di Forlì
La domanda che ci si pone è: quanti castelli ci sono a Forlì? La risposta più comune potrebbe essere: "uno". Risposta sbagliata.

Si alza il sipario sui teatri perduti
Una lunga tradizione teatrale caratterizza Forlì, città che ha ospitato, nel corso della sua storia, sale di tutto rispetto.

Forlì vs Bologna: arbitraggio all'inglese (o quasi)
Edoardo, Re d'Inghilterra, si trova, suo malgrado, a fare da pacificatore tra bolognesi e forlivesi. Non avrà molto successo.

I forlivesi colorati e la salamandra gigante
Nell'ottobre del 1636 i forlivesi videro sfilare, in centro, una grossa salamandra sormontata da una statua della Madonna.

Da Stoccolma a Forlì: la tappa di una Regina
Cristina di Svezia, regnante nella prima metà del Seicento, passò da Forlì e qui le cronache del tempo si prodigano di particolari.

Una visita agli antichi ospedali
Fino a tempi recenti, a Forlì c'erano due ospedali pubblici. Qualche secolo fa, esistevano strutture sanitarie diffuse in modo capillare.

Sulle tracce della comunità ebraica forlivese
Una traversa di corso Diaz è dedicata a Sara Levi Nathan; almeno fino alla fine dell'Ottocento aveva nome “via dei Giudei”.

Indagine sulle chiese di Maria
Un'indagine o, per lo più, un elenco sulle chiese mariane di Forlì tra passato e presente: quante sono state, e quante sono, nel centro cittadino?

I forlivesi alla prima crociata
Chi furono i forlivesi che presero parte alla prima crociata? E cosa è rimasto di quell'esperienza?

Chi erano i Novanta Pacifici?
Per oltre un quarto di millennio hanno placato i bollori della litigiosa aristocrazia forlivese: chi erano i Novanta Pacifici?

Forlì al tempo delle ciminiere
Oltre a torri e campanili, c'è stato il tempo delle ciminiere. Agli inizi del Novecento, Forlì era tra le prime città industriali d'Italia.

Giocando nel chiostro scomparso
Un chiostro antico, una volta espropriato, fu sede di un'istituzione cittadina tra le più importanti d'Italia per la qualità dell'insegnamento.

Forum, dove sei?
Si fa presto a dire "Forum Livii"... Ma dov'era esattamente questo Forum? Tra deboli tracce, cerchiamo di capire come fosse la città romana.

Che fine hanno fatto le mura di Forlì?
Nel 1904 si demolisce la cinta muraria quattrocentesca. Sull'onda dell'entusiasmo della "città aperta", Forlì ha perso un tesoro.

Forlì e i dodici Papi
Pur essendo ghibellina per antonomasia, Forlì è stata visitata da numerosi Pontefici che furono accolti con un apparato festoso e caloroso.

I dieci anni che sconvolsero la piazza
Negli anni Trenta, piazza Saffi cambiò faccia: un lato divenne razionalista. Cosa c'era prima? E che ruolo ebbe Mussolini?