venerdì 22 luglio 2011

Un po' l'ora notturna - Topa

Umberto Pasqui, Un po' l'ora notturna

Edizioni Kimerik, 2006


Recensione di Pacifico Topa
(Pubblicata sulla rivista Omero - Anno VII - Num. 29/30 - pag. 11)

Umberto Pasqui, con il titolo Un po' l'ora notturna ci racconta fantasiose storie che volteggiano tra l'immaginifico ed il fiabesco, usando un linguaggio limpido e vivace adeguato a chi ha dimestichezza con la nostra lingua.
Il volume, suddiviso in fantasmagorici racconti, propone favolistiche situazioni, assurde personificazioni, trame che solo una fantasia assai spigliata potevano concepire.
E' da rilevare che al fondo dei racconti c'è, più o meno palesemente, una morale idonea ai principi etici della nostra realtà.

I "quadranti" del primo racconto propongono una successione di eventi, sempre assai fiabeschi, che fanno pensare ad un cartone animato in cui i protagonisti seguono le vicende per poter trovare, alla fine, una soluzione plausibile. E' una sequela di avvenimenti tutti consequenziali che offrono spunti di interessante psicologia umana trasbordata nel fiabesco.
I capitoli che seguono hanno tutti questo clima favolistico, perché c'è trasformazione di protagonisti, capovolgimenti di situazioni imbarazzanti che si risolvono nelle maniere più imprevedibili.
Non mancano momenti di panico, scene apocalittiche come quella in cui si preconizza la distruzione del genere umano, ma in questi casi, alla fine viene trovata una via di salvezza.

Analizzando questa serie di narrazioni si ha la sensazione che l'autore voglia più divertire che problematizzare, dato che le tesi sostenute rasentano il parossismo fanciullesco.
Dalla lettura di Un po' l'ora notturna si evince, non solo la ricchezza fantasiosa dell'autore, ma anche piacevoli spunti osservativi che suscitano curiosità.
Questo lavoro lo si potrebbe definire un buon compagno di lunghe fredde serate invernali, quando, attorno al fuoco, i nostri nonni ci intrattenevano con fiabe fanciullesche.
Non posso trascurare anche quel pizzico di filosofia sciolta che s'interseca nei racconti conferendo agli stessi quell'oculato senso di ponderazione necessario per fare la differenza tra il vero e l'inventato, fra il logico e l'illogico.
Insomma, si può ben parlare di un gradevole passatempo che viene proposto senza eccessive pretese, indirizzato, non solo ai più giovani, ma che a chi, pur avendo l'età matura, vuole ripiombare nel clima affascinante della favola, non più immaginata, ma personalizzata, viva, piacevole!


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