Nulla di nuovo, ho voluto dare pure a Particolari dell'Universale una veste nuova, rendendo anch'esso un "Quaderno del Foro di Livio". La copertina e il formato, dunque, sono nuovi. Il contenuto si mantiene. Lo si può acquistare qui.
Sono qui riportati gli appunti di viaggio in alcune grandi capitali europee (Vienna, Londra, Parigi) nel contesto delle Esposizioni Universali tra il 1873 e il 1900 scritti da Tito Pasqui (1846-1925), rappresentante del Governo italiano.
Si leggono le impressioni attente di un acuto osservatore di provincia, immerso nel mondo e nella tecnologia ottimistica del tempo. Il forlivese, dai mille interessi, paradigma di una borghesia legata alla terra e alle scienze agrarie più innovative, fu il tramite per numerosi amici, latore di piccole e grandi richieste per sviluppare imprese romagnole durante le sue frequentazioni nelle capitali europee.
Lo sguardo attento di un testimone oculare, il forlivese Tito Pasqui, racconta i particolari di un universo multiforme, effervescente: tra prodigi, invenzioni, primi voli, stramberie e luci elettriche. Così scrive da Londra, il 2 ottobre 1878: “Nelle ferrovie sotterranee i fanali sono a gaz anche entro i vagoni: i treni si fermano appena mezzo minuto. Qua e là si illumina a mezzo di grandi occhi di bue rivestiti di piastrelle bianche lucenti di majolica, a quando a quando nella strada ci sono delle ferriate da cui esce il fumo della ferrovia sotterranea”. Da elenchi di cose di varie nazioni, con giudizi e commenti, emerge lo stupore di un tecnico che, da una città di provincia, s'imbatte nelle prime metropolitane, nei lunghi viaggi descritti minuziosamente, e s'immerge nell'atmosfera carica di speranza da Expo della Belle Epoque, tra macchine, stramberie, mondanità. Spesso si sofferma su “bigliardi” o ristoranti, su nomi botanici di piante, statue, giardini, persone incontrate. Il materiale è tratto da taccuini manoscritti conservati presso i Fondi Antichi della Biblioteca Comunale "Saffi" di Forlì. Sono descritti i viaggi a Vienna (1873), Londra (1878), Parigi (1900). Quanto scritto sui taccuini donati alla morte del suo compilatore alla Biblioteca forlivese, viene qui riportato proprio per la capacità evocativa che, ancora oggi, hanno queste impressioni ed emozioni su carta. Gli appunti di Tito Pasqui testimoniano la sua passione per la realtà e il suo stupore davanti alla bellezza del creato e all'ingegno umano.
Nessun commento:
Posta un commento