lunedì 8 aprile 2019

Sedici-Diciotto

Ho raccolto, in un libro di circa cento pagine, tutti i miei racconti scritti tra il 2016 e il 2018. Il titolo, appunto, è Sedici-Diciotto
I testi sono volutamente in ordine cronologico. Per il resto, affido a Enrico Teodorani, autore dell'introduzione, una presentazione di questo piccolo volume

I primi racconti di Umberto Pasqui che ho letto li ho trovati sparsi su antologie di autori vari uscite per diversi editori. Non è stato un colpo di fulmine immediato, eppure mi sono reso conto quasi subito che, mentre i nomi degli altri autori mi scivolavano addosso e la loro presenza o meno su un’antologia passava per me quasi inosservata, di lui mi ricordavo. Perché, al di là della riuscita del singolo racconto, Umberto Pasqui è uno scrittore inusuale. Non perché cerca a tutti i costi il finale più sconvolgente, non perché scrive con verbosità flamboyant oppure al contrario con uno stile ultra-minimalista, non perché cavalca le mode editoriali del momento: a dire il vero rifugge da tutto questo. Pasqui sembra voler fuggire dalla normalità e dall’ordinario anche quando sceglie i nomi dei suoi personaggi (Ordigno Mascalzini detto Ghigno nel racconto “Vicini di Casa” sull’antologia “Ventidue Pallottole”, oppure Stelvio Sparagnini nel racconto “Oceania” sull’antologia “Costellazione 21”), tutti con un sapore tanto arcaico da risultare spesso quasi posticcio, eppure pieni di spontanea giocosità e quindi di “verità”. Pasqui rifugge anche dai canoni dei “generi”, basta leggere un qualsiasi suo racconto pubblicato su un’antologia che dovrebbe essere dedicata al giallo, alla fantascienza o all’orrore: l’autore accetta il vestito dell’occasione per il suo racconto, ma alla fine “fa la sua cosa” sempre. E questa coerenza nel perseguire un tipo di racconto a volte sbilenco o bizzarro, ma sempre personale, mi ha conquistato, tanto che – non appena mi sono trovato nelle vestiti di curatore di antologie “di genere” – l’ho sempre voluto fra gli autori, ben sapendo che da lui non avrei ottenuto un racconto noir o un racconto horror nel senso più stretto del termine. Ma sapevo anche che mai si sarebbe adagiato sui cliché del genere. Anzi, specie nei racconti fantastici, Umberto si è sempre sforzato di compiere un’operazione secondo me sacrosanta, ovvero la ricerca di una via al fantastico svincolata dalla tradizione letteraria anglosassone e legata invece alle tradizioni locali: proprio per questo alcuni racconti miei e di Umberto, per quanto diversi stilisticamente, potrebbero essere accomunati sotto la definizione di “gotico romagnolo”. Su questa antologia sono raccolti tutti i racconti di Pasqui scritti fra il 2016 e il 2018. Per scelta precisa di Umberto sono pubblicati in ordine cronologico di scrittura, perché in tutti ci sono riferimenti a cose che ha vissuto o appigli alla realtà di quel momento, per cui, leggendoli in fila, si può costruire una sua biografia frammentaria degli ultimi anni, seppur solo emotiva o umorale. Ed è proprio per questo che vale la pena leggere questa raccolta: non si tratta solo di storie, neanche nel caso, come già detto, dei racconti di genere. In ogni suo racconto Pasqui ci vende un mondo. Il suo mondo.
Enrico Teodorani