Collaboro da diverso tempo (più di dieci anni) con l'"Osservatorio Letterario Ferrara e l'Altrove", rivista italo-ungherese creata e diretta da Melinda Tamas-Tarr. Desidero però segnalare l'ultimo numero (107/108) uscito proprio in questi giorni.
Oltre a qualche mio racconto, alla recensione di Particolari dell'Universale (che la stampa locale forlivese, salvo un'eccezione, si è ben guardata dal segnalare), noto due cose curiose:
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLaJQ8ksnjmSKQEu85iwob7LxhmQLpGIN_GXieW_TBbKIdEOOwHapekJjgZz9j1XlnL7ak9lmTIBQPedq0GyOlb6sK1u5GLsIiwJUAatMffyCU3j9rqXtCAkLMuJC9Ei5MSHuaVY9WuqI/s320/Boldrini.jpg)
poi la traduzione delle stesse, per mano di Laszlo Tusnády, in lingua ungherese. Così "Decisa recisa" diventa "Eldontes ledontes"; "Se mi accendo" è "Ha langra lobbanok"; "Senso" è "Erzek".