lunedì 23 gennaio 2017

Gente che scrive per... l'abbraccio di don Orione

Un libretto stretto, di appena 76 pagine, racchiude un "abbraccio per don Orione". Cioè si tratta di un'antologia di racconti scritti per beneficenza. Certo, il tema prevalente era il Natale benché, per disguidi postali, il volumetto mi sia arrivato solo oggi. In ogni modo, tra queste poche pagine si nasconde un mio racconto, intitolato Duemilacinquanta (da pagina 50 alla 53). Vi si narra di un Natale in un futuro senza identità, dove si festeggia più l'inverno che l'Avvenimento vero e proprio, tanto che la parola "Presepe" è proibita. Solo la caparbietà di un bambino riuscirà a riportare l'umanità smarrita sulla giusta strada. Il ricavato aiuterà l'associazione "L'abbraccio di don Orione" in sostegno della casa Quezzi per l'accoglienza e protezione di neonati in attesa che si decida del loro futuro. 

mercoledì 18 gennaio 2017

Racconti bolognesi - 2016

Come accaduto l'anno scorso, sono stato selezionato per il volume "Racconti Bolognesi" con un racconto. Tengo a precisare che non sono bolognese, ma vi nacqui. Il volume (anzi, due; e io sono nel secondo per ragioni alfabetiche) è curato da Stefano Andrini. In esso, quindi, tra le pagine 141 e 142 si legge la mia firma con il breve racconto Ivano Invano: vi si narra di una bizzarra conversazione in tassì dalla stazione di Bologna verso chissà dove. A volte, è conveniente starsene zitti. Per ragioni di lavoro, non ho potuto essere alla presentazione. L'iniziativa è edita da Historica, con la direzione di Francesco Giubilei. 

martedì 17 gennaio 2017

La Divina Poltrona

Così, giusto con un briciolo di narcisismo, comunico che la mia faccia, disegnata da Lorenzo Zappalà, compare tra il gruppo della Società Chestertoniana Italiana in fondo a "La Divina Poltrona e altre comodità", una raccolta di 40 articoli per la prima volta tradotti in italiano, scritti da Gilbert Keith Chesterton (1874-1936) su disparati argomenti. Il libro, edito da Leardini, è a cura di fra Roberto Brunelli. Tra l'altro, in copertina, è rappresentato l'autore che, in poltrona, si sgargarozza diverse pinte di birra. Comunque incollo qui sotto il "ritratto di gruppo". Chi ha buon occhio, mi troverà...


martedì 10 gennaio 2017

Vent'anni

Una corposa antologia, come del resto anche le altre pubblicate dall'Osservatorio Letterario "Ferrara e l'Altrove" (con cui mi pregio di collaborare da ben 15 anni) è stata pubblicata alla fine dell'anno scorso. In essa c'è anche molto di me (tra le pagine 406 e 420 nella parte in italiano e tra le pagine 575 e  577 nella parte in ungherese). Ci sono poesie (Decisa recisa, Gabbie, Elegia dell'indolente, Il piacere del solito, Il sapore dell'insolito, Impalcature, L'imbuto, L'incantamento, Mani, Se mi accendo, Senso, Sintesi di tre santi), alcuni racconti tratti dalle "Bestie impossibili" (L'aquila d'acqua, La banana leopardo, La brucina, Il casaccio, Il cervo autofago, La cicala sgargiante, La pontiglia, Il crisoleone). Ci sono anche altri miei racconti, come Ci vuole cautela a Sicorace (la storia di un esperimento fantascientifico dagli intenti inumani che poi si scioglierà in tutta la sua umanità), Dalla torre del Leviatano (un incubo: "risvegliarsi" in un cimitero). Poi ci sono anche due missive scambiate con il motore di questa iniziativa, Melinda Tamas-Tarr, che da tanti anni ha la pazienza e la buona volontà di pubblicarmi.

Qua e là compare anche in altre pagine il mio nome, indirettamente citato da inaspettati estimatori delle mie poesie (poesie non so se è una parola grossa) come Daniele Boldrini. Oppure si legge anche un grazioso resoconto degli incontri forlivesi con Melinda, marito e me.
Fa sempre un certo effetto, tra l'altro, vedere alcuni dei propri testi tradotti in ungherese. L'antologia ha più di seicento pagine ma ha la curiosa caratteristica di non essere un "mattone", nonostante le dimensioni, appunto, importanti. Proprio perché dentro ci sono contributi di generi e di stili diversi, anche di autori giovani (una volta lo ero anch'io). Questo è uno dei tanti meriti dell'Osservatorio, e specialmente di Melinda Tamas-Tarr: dare spazio e ascolto a chi ha qualcosa da dire, qualcosa da raccontare, qualcosa per raccontarsi. Non capita spesso di trovare esperienze e persone così, quindi auspico che la collaborazione prosegua e porti altri buoni e nuovi frutti.

venerdì 6 gennaio 2017

Il Foro di Livio - I

Ho raccolto gli articoli da me scritti comparsi nella rubrica "Il Foro di Livio" su ForlìToday, il risultato è questo: un volumetto tascabile di 144 pagine con qualche integrazione o modifica qua e là. 
Così ho seguito la proposta di chi evidentemente non si annoia a leggere ciò che scrivo.
Come è già reso esplicito dal titolo, gli argomenti vertono sulla storia di Forlì. 
Per ora, sono riportati i primi interventi (dal 3 giugno 2016 al 2 dicembre 2016). Se l'idea piace, proseguirò con altri volumi.
In copertina c'è la riproduzione di un vecchio quadro di mio nonno, sicuramente non tra i migliori, ma del cui significato ho scritto nell'introduzione.  

Questo il sommario degli argomenti trattati: 

Come stanno i canguri di Forlì?
Ci fu un tempo in cui, nei Giardini pubblici, furono collocati marsupiali dall'Australia e misero su famiglia.

Un tavolo anatomico, una tavola da cucina e una casa misteriosa
In un sito internet di attualità interamente in latino, viene dedicato spazio a due romagnoli: Morgagni e Artusi. Cosa dicono di loro?

Una facciata irriconoscibile per un luogo ben conosciuto
La facciata di un importante luogo di culto cittadino è stata stravolta a metà dell'Ottocento. Ora sarebbe irriconoscibile.

Una diciottenne morta per amore
L'infelice storia di una forlivese ebbe eco nei palazzi romani dove si svolse e fu cantata da poeti e narratori.

Se la luna è in Capricorno
"E quindi uscimmo a riveder le stelle": così Dante esce dall'Inferno. Un forlivese ci rimane: come sommo trattatista di astrologia.

E la gallina del vicino diventa un'oca
In pieno fervore di riscoperta della romagnolità, Aldo Spallicci curava un'antologia in dialetto per le scuole "con esercizi di traduzione in italiano".

Riaprono (solo per oggi) le antiche osterie
Nella Forlì ottocentesca c'erano oltre trenta osterie, andiamole a cercare con la "realtà aumentata". Vino, piadina e molto di più.

La Belle Èpoque dei fotografi forlivesi
Siamo passati in pochi anni dai rullini alle immagini digitali. I fotografi, dal 1846, si diffusero a Forlì.

Un tuffo da campione dalla Forlì anni Venti
Si vedrà come un forlivese fu campione italiano dal trampolino negli anni Venti, passando tra il disegno di un aereo e l'acqua del biondo Tevere.

Quando era di moda bere il liquore con la coca
A Forlì, nel 1871 fu premiato un Elixir Coca: fu poi abbandonato quando ci si renderà conto che l'estratto di foglie sudamericane è tossico.

Ci vediamo al porto di Forlì
Forlì aveva un porto? Nel Settecento era prevista la costruzione di una darsena. Il progetto, però, non andò "in porto". Eppure secoli prima...

I venti castelli di Forlì
La domanda che ci si pone è: quanti castelli ci sono a Forlì? La risposta più comune potrebbe essere: "uno". Risposta sbagliata.

Si alza il sipario sui teatri perduti
Una lunga tradizione teatrale caratterizza Forlì, città che ha ospitato, nel corso della sua storia, sale di tutto rispetto.

Forlì vs Bologna: arbitraggio all'inglese (o quasi)
Edoardo, Re d'Inghilterra, si trova, suo malgrado, a fare da pacificatore tra bolognesi e forlivesi. Non avrà molto successo.

I forlivesi colorati e la salamandra gigante
Nell'ottobre del 1636 i forlivesi videro sfilare, in centro, una grossa salamandra sormontata da una statua della Madonna.

Da Stoccolma a Forlì: la tappa di una Regina
Cristina di Svezia, regnante nella prima metà del Seicento, passò da Forlì e qui le cronache del tempo si prodigano di particolari.

Una visita agli antichi ospedali
Fino a tempi recenti, a Forlì c'erano due ospedali pubblici. Qualche secolo fa, esistevano strutture sanitarie diffuse in modo capillare.

Sulle tracce della comunità ebraica forlivese
Una traversa di corso Diaz è dedicata a Sara Levi Nathan; almeno fino alla fine dell'Ottocento aveva nome “via dei Giudei”.

Indagine sulle chiese di Maria
Un'indagine o, per lo più, un elenco sulle chiese mariane di Forlì tra passato e presente: quante sono state, e quante sono, nel centro cittadino?

I forlivesi alla prima crociata
Chi furono i forlivesi che presero parte alla prima crociata? E cosa è rimasto di quell'esperienza?

Chi erano i Novanta Pacifici?
Per oltre un quarto di millennio hanno placato i bollori della litigiosa aristocrazia forlivese: chi erano i Novanta Pacifici?

Forlì al tempo delle ciminiere
Oltre a torri e campanili, c'è stato il tempo delle ciminiere. Agli inizi del Novecento, Forlì era tra le prime città industriali d'Italia.

Giocando nel chiostro scomparso
Un chiostro antico, una volta espropriato, fu sede di un'istituzione cittadina tra le più importanti d'Italia per la qualità dell'insegnamento.

Forum, dove sei?
Si fa presto a dire "Forum Livii"... Ma dov'era esattamente questo Forum? Tra deboli tracce, cerchiamo di capire come fosse la città romana.

Che fine hanno fatto le mura di Forlì?
Nel 1904 si demolisce la cinta muraria quattrocentesca. Sull'onda dell'entusiasmo della "città aperta", Forlì ha perso un tesoro.

Forlì e i dodici Papi
Pur essendo ghibellina per antonomasia, Forlì è stata visitata da numerosi Pontefici che furono accolti con un apparato festoso e caloroso.

I dieci anni che sconvolsero la piazza
Negli anni Trenta, piazza Saffi cambiò faccia: un lato divenne razionalista. Cosa c'era prima? E che ruolo ebbe Mussolini?