
sabato 7 maggio 2016
Forlì nel Centenario della Grande Guerra

sabato 2 aprile 2016
Dentro la Birra: una recensione
Scopro una recente recensione su Dentro la Birra grazie a Ida Dainese sul forum di BraviAutori:
qui mi permetto di incollare il testo, ricordando la bella esperienza di raccogliere, in un volume, racconti ed esperienze sulla bevanda tanto amata.
In questo libro la realtà convive con la magia. Come spiegare altrimenti l’attrazione di una bevanda che cattura creature umane e non, personaggi distinti e spiazzanti, donne, ragazzi e vecchi saggi, che evoca luoghi misteriosi, conversazioni con gli dei, che si fa testimone di omicidi, consolazione di amici e riflessi sui capelli di una donna?
Già dalla presentazione il lettore è avvertito, si tufferà “dentro la birra”, in un mondo di universi paralleli, di chiacchiere innocenti e di storie da scambiare, infarcite di verità e di bugie, storie di muse ispiratrici, di acqua miracolosa, di baci rubati, di ricordi di una vita passata e di incognite di un futuro che aspetta.
I racconti ci aprono queste porte, facendoci gustare un sorso sempre diverso, sempre un po’ dolce e un po’ amaro, come la vita stessa. Fiumi frizzanti di birra e bottiglie vuote che conservano ricordi.
I testi finali poi, sono un’interessante panoramica di rivelazioni e fiere scoperte. La birra arriva dal nostro passato più lontano e ha messo radici nei posti più inverosimili, nelle culture, nei paesi, nel tempo, nel nostro essere. Ci ha reso tutti più vicini nel tempo.
Incanta con la sua magia perfino i bambini.
Procuratevi della birra prima della lettura, vi verrà voglia di berne almeno una pinta.
Già dalla presentazione il lettore è avvertito, si tufferà “dentro la birra”, in un mondo di universi paralleli, di chiacchiere innocenti e di storie da scambiare, infarcite di verità e di bugie, storie di muse ispiratrici, di acqua miracolosa, di baci rubati, di ricordi di una vita passata e di incognite di un futuro che aspetta.
I racconti ci aprono queste porte, facendoci gustare un sorso sempre diverso, sempre un po’ dolce e un po’ amaro, come la vita stessa. Fiumi frizzanti di birra e bottiglie vuote che conservano ricordi.
I testi finali poi, sono un’interessante panoramica di rivelazioni e fiere scoperte. La birra arriva dal nostro passato più lontano e ha messo radici nei posti più inverosimili, nelle culture, nei paesi, nel tempo, nel nostro essere. Ci ha reso tutti più vicini nel tempo.
Incanta con la sua magia perfino i bambini.
Procuratevi della birra prima della lettura, vi verrà voglia di berne almeno una pinta.
venerdì 11 marzo 2016
Intervista
Essere intervistati il 29 febbraio è una cosa che - se va bene - può capitare una volta ogni quattro anni. Ebbene, c'è riuscito Eliseo Palumbo che su BraviAutori mi ha rivolto le seguenti domande:
Quando si è appassionato alla scrittura?
Più o meno da quando so leggere e scrivere. Da piccolo inventavo storie “a fumetto”, con strisce e disegni approssimativi: poi mi sono assestato sul racconto breve.
Come ha scoperto il nostro forum?
Curiosando tra i concorsi mi sono imbattuto in “256K”, per microracconti informatici, e mi sono buttato. Da lì ho preso parte a quasi tutte le iniziative che si sono concluse con un'antologia.
Qual è il suo primo racconto?
Ricordo vagamente una vicenda di fantasmi di cui ho perso le tracce, una favola di un lupo che mangiava cappelletti (per fortuna anch'essa perduta) e, come primo racconto propriamente detto e compiuto, una storia scritta nel 1994: presentava un viaggio onirico di un personaggio chiamato Polibio, insoddisfatto di sé e bizzarro, che poi avrà il coraggio di prendere in mano la sua vita.
Qual è il suo genere letterario preferito?
Il racconto breve. Qualcuno ha scritto che i racconti sono i romanzi dei pigri. Vero: sono pigro. Mi perdo nei libri con troppe pagine e amo la sintesi. Preferisco storie che si svolgano, si sviluppino e si compiano in poco tempo.
Il suo autore preferito?
Mi hanno sempre suggestionato le “Città invisibili” di Italo Calvino e la rocambolesca ironia di Stefano Benni. Poi l'elenco continuerebbe con nomi molto meno noti. Se devo attraversare l'Oceano mi viene in mente Lovecraft, o Poe oppure, comunque, autori anche minori di racconti.
Potrebbe descrivere il suo rapporto con la birra e il motivo che l'ha spinta a curare un antologia dedicata alla birra?
È tutto nato da una mia ricerca storica. Un mio antenato, Gaetano Pasqui, fu un pioniere della birra italiana e ne ho scritto in un saggio intitolato: “L'uomo della birra” (CartaCanta, 2010). L'argomento birra mi ha coinvolto dapprima solo in modo cartaceo (anche con l'antologia “Dentro la birra”), poi anche liquido. Infatti, oltre ad essere “domozimurgo” (cioè come tanti faccio la birra in casa), avvierò a breve una produzione commerciale che riprende l'esperienza della “Premiata Fabbrica di Birra Gaetano Pasqui – Forlì” fondata nel 1835. Inoltre ho raccolto materiale e oggetti riguardanti la birra nell'Ottocento e, questo punto, una curiosità si è trasformata in passione.
Quali sono i suoi romanzi? Hanno una connessione tra essi?
Cito tre titoli: “Insalata di vento”, “Odoacre sconosciuto” e “Saturno e l'Assoluto”. Non so se sono romanzi o racconti più lunghi degli altri; sono stati scritti a più riprese e in più stesure. Li accomunano lo stile surreale che, seppur immaginifico, vuole raccontare, con un certo distacco anche ironico, cose piuttosto concrete e fatti reali e, sicuramente, il viaggio: nel sogno-incubo (il primo), nel mare immaginario e vero (il secondo), nel sistema solare e oltre (il terzo).
Più o meno da quando so leggere e scrivere. Da piccolo inventavo storie “a fumetto”, con strisce e disegni approssimativi: poi mi sono assestato sul racconto breve.
Come ha scoperto il nostro forum?
Curiosando tra i concorsi mi sono imbattuto in “256K”, per microracconti informatici, e mi sono buttato. Da lì ho preso parte a quasi tutte le iniziative che si sono concluse con un'antologia.
Qual è il suo primo racconto?
Ricordo vagamente una vicenda di fantasmi di cui ho perso le tracce, una favola di un lupo che mangiava cappelletti (per fortuna anch'essa perduta) e, come primo racconto propriamente detto e compiuto, una storia scritta nel 1994: presentava un viaggio onirico di un personaggio chiamato Polibio, insoddisfatto di sé e bizzarro, che poi avrà il coraggio di prendere in mano la sua vita.
Qual è il suo genere letterario preferito?
Il racconto breve. Qualcuno ha scritto che i racconti sono i romanzi dei pigri. Vero: sono pigro. Mi perdo nei libri con troppe pagine e amo la sintesi. Preferisco storie che si svolgano, si sviluppino e si compiano in poco tempo.
Il suo autore preferito?
Mi hanno sempre suggestionato le “Città invisibili” di Italo Calvino e la rocambolesca ironia di Stefano Benni. Poi l'elenco continuerebbe con nomi molto meno noti. Se devo attraversare l'Oceano mi viene in mente Lovecraft, o Poe oppure, comunque, autori anche minori di racconti.
Potrebbe descrivere il suo rapporto con la birra e il motivo che l'ha spinta a curare un antologia dedicata alla birra?
È tutto nato da una mia ricerca storica. Un mio antenato, Gaetano Pasqui, fu un pioniere della birra italiana e ne ho scritto in un saggio intitolato: “L'uomo della birra” (CartaCanta, 2010). L'argomento birra mi ha coinvolto dapprima solo in modo cartaceo (anche con l'antologia “Dentro la birra”), poi anche liquido. Infatti, oltre ad essere “domozimurgo” (cioè come tanti faccio la birra in casa), avvierò a breve una produzione commerciale che riprende l'esperienza della “Premiata Fabbrica di Birra Gaetano Pasqui – Forlì” fondata nel 1835. Inoltre ho raccolto materiale e oggetti riguardanti la birra nell'Ottocento e, questo punto, una curiosità si è trasformata in passione.
Quali sono i suoi romanzi? Hanno una connessione tra essi?
Cito tre titoli: “Insalata di vento”, “Odoacre sconosciuto” e “Saturno e l'Assoluto”. Non so se sono romanzi o racconti più lunghi degli altri; sono stati scritti a più riprese e in più stesure. Li accomunano lo stile surreale che, seppur immaginifico, vuole raccontare, con un certo distacco anche ironico, cose piuttosto concrete e fatti reali e, sicuramente, il viaggio: nel sogno-incubo (il primo), nel mare immaginario e vero (il secondo), nel sistema solare e oltre (il terzo).
lunedì 25 gennaio 2016
Bestie impossibili

Così, nell'introduzione, ha scritto Martina Dotti:
Chiunque abbia letto un racconto di Umberto Pasqui, già conosce la vastità dei suoi interessi culturali: su una base di studi classici e attraverso la passione per l’Opera costruisce una trama di situazioni, personaggi, riferimenti suggeriti dalla sua inesauribile e pluridirezionale curiosità verso il mondo; ma non basta. La firma che lo contraddistingue è un’ironia leggera e raffinata, che si accompagna a uno schietto gusto per il divertimento. Ecco allora un catalogo di “Bestie impossibili” la cui natura fantastica è chiaramente premessa in introduzione. In ossequio alla classificazione di Linneo, ogni animale è presentato con il nome latino e la rispettiva traduzione italiana: un’apparenza di rigore scientifico che, unito spesso ad un linguaggio specifico dettagliato, per contrasto rende ancora più divertenti le successive descrizioni delle bizzarre creature. Troviamo esseri che supportano gli umani nelle loro occupazioni quotidiane o ne alleviano piccole e grandi fatiche, come le Lucertole di precisione che aggiustano orologi, il Picchio di Tunnel che scava gallerie, il Termofante che misura la febbre, la Zanzara analista che consegna a domicilio i referti delle analisi del sangue. Otteniamo risposte a fenomeni naturali grazie a bestiole che alimentano l’attività eruttiva dei vulcani e ad altre che, più semplicemente, sono all’origine della graduale scomparsa della schiuma nell’acqua della vasca da bagno. Il linguaggio della cultura popolare è debitrice ad alcuni animali, dal cui nome derivano consolidati modi di dire, mentre l’elegante Titiro Bucolico pare aver addirittura ispirato l’incipit delle Bucoliche di Virgilio. C’è spazio per tutti: energiche mantidi, piccioni educati che escogitano sistemi per non imbrattare monumenti e persone, gufi borseggiatori, pinguini in preda a perenni indecisioni, orsetti dall’aspetto tenero che nascondono un’indole assassina. Alcuni di questi esseri renderanno indolore, anzi piacevole, l’estinzione dell’uomo sulla Terra, o meglio la sua serena migrazione verso più fertili lidi; in attesa di prendere decisioni in base all’esito della lotta fra le ultime tre specie animali sopravvissute, gli umani cercheranno fortuna su Cerere, piccolo e ridente pianeta allietato da fiumi di birra. Anche al rigoroso Linneo sarebbe sfuggito qualche sorriso.
domenica 24 gennaio 2016
Gente che scrive in 300 parole
La quinta antologia della serie "Gente che scrive in 300 parole" vede un mio racconto tra le pagine 13 e 14.
Il 29 novembre 2015 completo e invio Paco Opaco che originariamente doveva far parte delle "Bestie impossibili" poi, non avendolo concluso in tempo, l'ho sistemato qua, rendendolo all'incirca di trecento parole, come da bando. Il raccontino narra la vicenda di un catalogatore di animali che però poi s'imbatte nella Volpe delle favole di Fedro e...
Si richiedeva una brevissima storia che includesse un personaggio fiabesco.
Purtroppo la fretta è cattiva consigliera e questo volume non può dirsi ben assemblato. Vero è che costa poco, vero è che è per beneficenza (il ricavato andrà alla Fondazione Meyer) ma appunto per questo ci si aspetterebbe una cura nel dettaglio all'altezza dell'alto compito (la beneficenza, appunto) cui è indirizzato questo lavoro, realizzato comunque da volontari volonterosi. Di simili antologie ho già scritto e mi ripeto: l'idea è buona, l'intento è buono, il risultato potrebbe essere decisamente migliore.
giovedì 21 gennaio 2016
99 Parole

venerdì 11 dicembre 2015
Per le strade di Roma
Partecipo a un concorso di Edizioni Ensemble (il tema era: "Per le strade di Roma", da cui l'omonima antologia) inviando, quasi in extremis, un raccontino scritto per l'occasione il 15 ottobre 2015. Così sono tra i tredici autori scelti per parlare di Roma "dopo la tempesta" (questa era l'indicazione più specifica verso cui indicare i testi), in un periodo storico delicato come quello attuale. Il mio racconto, Una tempesta, in poche righe vuole stemperare un po' la tensione, riducendo il sottotitolo vagamente apocalittico a una questione piccola piccola, racchiusa in una sfera. L'antologia è sottile e si presenta bene, con eleganza essenziale, come interessanti e delicati sono i racconti ivi contenuti.
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