Nel numero 70/71 della rivista "Poeti nella società" (maggio-agosto 2015), a pagina 18 viene recensito il mio "Libretti". La firma è di Maria Di Tursi. Pur essendoci qualche svarione topografico, riporto qui con gratitudine il testo:
Insegnante livornese (sic!) con la passione per la scrittura, Umberto Pasqui espone nella sua opera intitolata Libretti, un'accurata analisi di alcuni testi di opere del Settecento. Essi fanno tutti riferimento ad un genere letterario molto particolare e, purtroppo, spesso trascurato dalla letteratura: il melodramma. Il volume di Pasqui dona un valido contributo alla riscoperta di opere dimenticate e di librettisti che meriterebbero, invece, una particolare attenzione. L'intero lavoro è tratto da una rubrica che l'autore ha curato sul periodico "L'Osservatorio Letterario Ferrara e l'Altrove" tra il 2010 e il 2012. Nella prefazione del libro, lo stesso Pasqui scrive: "In questo volume si mira a riscoprire un patrimonio culturale tipicamente italiano (ignorato dalla maggioranza degli italiani) e a stimolare un approfondimento sul genere letterario dei libretti d'opera. Non ha assolutamente pretese di completezza, ad ogni modo può servire da aperitivo per chi volesse approfondire l'argomento". L'autore passa in rassegna sedici libretti composti tutti nel XVIII secolo, fornendo dettagli molto precisi su date, nomi di compositori, committenti, personaggi, eventuali successi o insuccessi riscossi tra il pubblico dell'epoca, nonché varie curiosità ed aneddoti. Pasqui mette nero su bianco i risultati delle sue ricerche condotte sui libretti de L'isola dimenticata di Pietro Trapassi, detto il Metastasio, de L'Americano di Angelo Longi, de La maga Circe scritto da un anonimo e musicato da Pasquale Anfossi, di Amor rende sagace e Orazi e Curiazi di Domenico Cimarosa, de Il tutore burlato scritto dallo spagnolo Vicente Martin y Soler (ma che i suoi contemporanei preferivano chiamare Vincenzo Martini, perché il nome italiano era già una garanzia di un certo valore nella composizione di opere liriche). E poi ancora, vengono riportati Il vecchio Avaro di Antonio Salvi, L'impresario delle Canarie di Domenico Sarro, Gli astrologi immaginari scritto dal tarantino Giovanni Paisiello, compositore di corte di Caterina di Russia. Due libretti meritano particolare attenzione, all'interno dell'opera di Pasqui: L'Oca del Cairo e Lo sposo deluso, se non altro per il fatto di essere due progetti incompiuti e potenzialmente strepitosi di Wolfgang Amadeus Mozart, appartenenti al genere del dramma giocoso italiano, in cui il musicista strasburghese (sic!) adorava cimentarsi. Probabilmente questi due progetti furono abbandonati a beneficio di altri, ancora più grandiosi. Poco tempo dopo, infatti, Mozart iniziò a lavorare alla più fortunata trilogia: Le Nozze di Figaro, Don Giovanni, Così fan tutte. In questa parata di opere meritevoli, ma poco conosciute, trova posto anche La grotta di Trofonio di Antonio Salieri, che Pasqui definisce "il compositore più calunniato del pianeta" per la leggendaria rivalità con Mozart. Nel presentarlo, l'autore continua: "è un gran genio, e l'Italia dovrebbe onorarlo come si deve". E' un libro per appassionati del genere quello scritto da Umberto Pasqui che ha al suo attivo già diverse pubblicazioni. Una proposta di uno scrittore che si dimostra un autentico cultore di queste "storie dimenticate, scritte per essere cantate".
Maria Di Tursi
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