sabato 26 dicembre 2020

Sette Nove

Continua la "ricostruzione" de Gli Anni con la recente pubblicazione di Sette Nove nei formati cartaceo ed elettronico. In copertina, il mio cappello Dasmarca "Justin". Per capirne il contenuto (i miei racconti scritti tra il 2007 e il 2009), incollo la lusinghiera introduzione di Elisa Giusto: 
Leggendo i racconti di Umberto Pasqui si viene piacevolmente trasportati in un universo onirico e introspettivo, ricco di immagini surreali che spaziano dal grottesco, al fiabesco, fino allo spirituale. L’autore declina le paure e le fragilità umane e le proprie perplessità sul mondo moderno, mostrando in chiave allegorica e simbolica cosa si celi dietro l’apparenza. I personaggi sono delineati magistralmente con nomi parlanti (Cuordarancio, Spetta, Medea, Portabene, Salespando…), sembianze spesso zoomorfe o fortemente caratterizzate e una profonda e complessa psiche. Le protagoniste femminili appaiono forti e delicate, sfuggenti e salvifiche. L’amore ha due direzioni nette e opposte: solida unione coniugale oppure illusione romantica ed evanescente. Incombe un fato ineluttabile, in cui gli attanti non possono far altro che recitare la propria parte, resa meno passiva dalla ricerca della verità.

Evidenti le influenze di Pirandello, Calvino e Svevo.

La natura svolge un ruolo primario nella maggior parte dei racconti, spesso in contrapposizione ad un’urbanizzazione feroce che toglie negli abitanti la felicità e la sorpresa, allontanandoli dalla fanciullezza e dalla spiritualità ancestrale. Il mistero e l’enigma sono altri ingredienti di cui i racconti sono ricchi, spesso il lettore viene lasciato senza soluzioni evidenti, chiaro l’ascendente di Edgar Allan Poe. Non mancano la giusta dose di ironia e un pessimismo agrodolce. L’autore utilizza un lessico alto, raffinato, a tratti aulico e lirico, che rende la lettura stimolante e arricchente. L’amore per la lingua italiana lo porta a coniare termini come “ancoruomo” (anchorman) e “Bruseglie” (Bruxelles). Leggere questi racconti è soffermarsi sulla propria interiorità, fuori dal frastuono e dal trambusto odierni, raggiungendo una dimensione più raccolta e profonda. È un ritorno ad una consapevole fanciullezza, che, seppur costellata da dubbi e fragilità, è anche piena di meraviglia e purezza, naturalità e animalità. C’è sempre un insegnamento da trarre in ogni situazione, un osare e un ritrovarsi, un andare oltre ciò che viene detto e si presume. “Tante cose si dicono sul suo conto, perché nessuno ha mai parlato con lui.”, così si chiude il racconto Si dice.

Cuordarancio e le onde scomparse. Cuordarancio e il topogatto misterioso. In questi racconti si narrano le peripezie di un marinaio dalle braccia e mani a chela d’astice. Le sue peculiarità non finiscono qui, dopo averlo constatato per ben centonove volte, scopre che i suoi stati d’animo influenzano quelli del villaggio in cui vive. Alla sua felicità corrisponde tristezza per ogni altro abitante. Ennesimo dono innato, l’ubiquità, che lo porterà a sdoppiarsi, così da poter vivere con la moglie e al contempo partire, per conoscere il motivo della dipendenza contrapposta tra i propri mutamenti d’umore e quelli del villaggio. Il dono gli era stato conferito alla nascita da un felino dalla coda di roditore, il topogatto, perché fin dai primi vagiti era apparso come una persona capace di osare. Sarà revocato nel momento in cui Cuordarancio sarà giudicato in grado di compiere scelte sensate.

Colonne in cammino. Per rendere più accessibile un tempietto, iniziano i lavori di costruzione di una strada fra fitti cespugli di biancospino. Il luogo di culto ancestrale preferisce staccarsi dal suolo e ritirarsi in un posto più tranquillo, dove non possa essere disturbato o pubblicizzato.

Il chiavistello. Racconto dal sapore grottesco e dal finale agghiacciante. La notte, il vino e la paura giocano brutti scherzi. Il protagonista, un curato, si trova a dover arginare ed evitare le simpatie di una fedele. Aleggia un senso di colpa nel curato per essere oggetto dell’amore della donna, della presunta gelosia nel marito, e del vociare dei concittadini. Spesso, le bestie che si annidano nell’uomo sono molto più spaventose delle fiere che popolano le foreste.

La casa delle voci. Cosa faremmo se la luna prendesse fuoco davanti ai nostri occhi? Tigellino e Rebecca, gli unici realmente dispiaciuti per l’accaduto, si incontrano per piangere la fine del nostro satellite, che si consuma tra le fiamme. Il resto del mondo perde tempo trovando possibili motivazioni, incolpando le fazioni opposte, portando in auge le proprie ideologie, snocciolando cliché triti e ritriti. Dopo quell’appuntamento d’addio alla luna, Rebecca e Tigellino si perdono di vista e quest’ultimo smette di parlare e si tramuta in gatto tigrato. Metamorfosi che avrà fine solo quando si incontreranno nuovamente.

Gialli senza soluzione esplicita. In questi quattro racconti con finale aperto, si trova tutto l’amore dell’autore per il giallo classico e per la risoluzione degli enigmi. Interessante la presenza in quasi tutte le narrazioni dello sguardo curioso e innocente dei bambini che si fanno domande sugli omicidi e sulle reazioni dei possibili colpevoli. Ovviamente la presenza di un cadavere e dei sospetti su chi l’abbia ucciso fa emergere il peggio delle persone e si scoprono i molti altarini che si celano dietro al finto perbenismo.

I due baroni sulla verdura. “E per parlare del nulla non facevano, non vivevano, erano intrappolati nel loro mondo di mappe mentali o di logica arguta ma campata per aria. E per queste dure sessioni parolaie calpestavano i reciproci orti.” Quante volte si perde inutile tempo in sterili discussioni o in scambi ideologici o filosofici senza capo né coda, smarrendo il fulcro della questione, lasciandosi sfuggire la realtà dei fatti e infine vivendo in un mondo inesistente. Comportamento oltremodo nocivo per ciò che sta attorno e non si riesce a percepire, arrivando a calpestarlo.

Le lettere azzurre del belga. Racconto che racchiude uno splendido flusso di coscienza introspettivo ed emotivo. Una ragazza trova sul marciapiede delle lettere su carta azzurra, gettate da una finestra, e le legge. Quello che scoprirà riportandole al proprietario è molto curioso. In una delle lettere si narra del bisogno di ritornare alla sorpresa che contraddistingue il periodo della fanciullezza. Uscire dalla solitudine e scoprire l’abbraccio di una provincialità in cui perdersi e riscoprirsi. Vivere e non solo sopravvivere.

L’Ombra delle Stelle. In questa fiaba moderna, che inizia la raccolta, si narra della città di Controluce, rasa al suolo da un nugolo di leopardicotteri, giaguari con zampe alate. Saranno sedici bambini dai nomi parlanti (Adelchi, Memoria, Medea, Portabene, Buonocchio…) a scoprire e trovare, dopo varie peripezie, l’ingrediente finale del Balsamo che ripristinerà la vita del loro pianeta. Questo ingrediente, l’Ombra delle Stelle, in realtà non è che il penultimo, capiranno che la vera scintilla salvifica è la speranza.

Osare, sperare, uscire dalla propria piccola realtà e dai propri preconcetti e salvare il bimbo che è in noi e la natura che ci circonda. Questi sono i messaggi che traspaiono da questa stupenda raccolta di racconti.

Ecco i racconti qui presenti:


www.umbertopasqui.it

Pubblicato in:

1

L’Ombra delle stelle

2007

Quaderno letterario Olfa, 2007.

2

Cuordarancio e le onde scomparse

5/1/7

Rivista OLFA 57/58

Trenta racconti brevi (Olfa), 2010.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

3

Si dice

15/6/7

Rivista OLFA 59/60

Trenta racconti brevi (Olfa), 2010.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

4

O fortuna

16/6/7

Rivista OLFA 59/60

Trenta racconti brevi (Olfa), 2010.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

5

Colonne in cammino

16/6/7

Rivista OLFA 59/60

Trenta racconti brevi (Olfa), 2010.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

6

Cuordarancio e il topogatto misterioso

19/6/7

Rivista OLFA 61/62

Trenta racconti brevi (Olfa), 2010.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

7

Il chiavistello

11/9/7

Rivista OLFA 81/82

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

8

La casa delle voci

28/12/7

Altro non faccio (Olfa), 2011.

9

Mondo d’avorio

13/3/8

Rivista OLFA 69/70

Rivista L’Ortica 12/10

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

10

Atmosfera

10/4/8

Profumi e sapori del Parco, 2008.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

11

Giallo senza una soluzione esplicita 1

10/7/8

La Voce di Romagna, 23/7/8

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

12

Giallo senza una soluzione esplicita 2

30/7/8

La Voce di Romagna, 27/8/8.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

13

Dell’identità perduta

4/8/8

Rivista OLFA 67/68

Trenta racconti brevi (Olfa), 2010.

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

14

Giallo senza una soluzione esplicita 3

12/8/8

La Voce di Romagna, 3/9/8

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

15

Giallo senza una soluzione esplicita 4

8/9/8

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

16

I due baroni sulla verdura

2/3/9

Rivista OLFA 69/70

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

17

Resinosa

18/4/9

Rivista OLFA 71/72


Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

18

Notte

4/7/9

Rivista OLFA 71/72

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

19

Mi chiederai perché

12/7/9

Rivista OLFA 73/74

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

20

Gli alberi di città

2/8/9

Profumi e sapori del bosco, 2009

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.

21

Le lettere azzurre del belga

14/9/9

Rivista OLFA 73/74

Racconti in ordine alfabetico (Lulu), 2014.






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